Sento che arrivano i Libri selvatici
Ciao, questa è L'alternativa selvatica, la newsletter di Freelancers need to walk, la community torinese delle partite iva che camminano.
Io sono Silvia, autrice e diversamente partita iva, e NO, non è obbligatorio essere freelance per essere tra noi.
Forse dovremmo cambiare nome, fare la rivoluzione? E invece siamo pigri, e non faremo nulla.
La newsletter di oggi, che arriva a solo un mese di distanza dall’altra (brava!), è per parlarvi di due cose: una sono i libri selvatici e una è Libri selvatici.
Ma andiamo con ordine:
Ce li avete quei libri che, mentre li stavate leggendo, avreste portato sempre con voi? Arrotolati in una tasca, o schiacciati nello zaino, ordinatamente infilati in una borsa, o sotto l’ascella come i parigini?
Quelli che io chiamo i libri selvatici.
I due libri che mi sono portata di più in giro, e si vede - ora fanno schifo - sono due edizioni economiche Feltrinelli dei due maschi che mi stavano più simpatici durante le scuole medie e le superiori: Tabucchi e Benni.
Uno era Sostiene Pereira (ancora un capolavoro, raga, se non ne sentite parlare dal Liceo vi prego di recuperarlo immediatamente, è stupendo e ne parlerò ancora e ancora nella newsletter dedicata al cibo nei libri) e l’altro Il bar sotto al mare (anche lui ancora piuttosto bello, ma potendone recitare alcuni brani a memoria non so se sono attentibile).
Agevolo foto di entrambi i libri che sembrano masticati da un troll:
Che fossero due edizioni economiche non è un caso, i libri in economica sono perfetti da divorare e spiaccicare in giro, per essere dimenticati su un autobus, oppure per tenere fermo l’asciugamano in spiaggia libera, da usare come cannocchiale, o anche dentro un altro libro di testo, per non farsi beccare dai professori quando non stai seguendo, oppure da infilare con aria saccente in un tascapane in fibra di canapa, dopo l’ultima manifestazione per il diritto allo studio.
Questo è ciò che amo: i libri morbidi che ti puoi portare ovunque, perché è ovunque che te li vorresti portare, cosicché la voce dell’autore o dell’autrice ti risuoni sempre nel cervello.
Ho provato anche a camminare leggendo, credetemi, ci ho provato.
Conosco solo uno che riesce a farlo, e giuro che non ho assolutamente idea di come faccia. Ogni tanto mi sono detta che non sta leggendo veramente, non può essere, che sia solo un vezzo da autore? Che voglia solo fingere di saper leggere camminando?
In ogni caso ammetto di aver provato a fare anche quello, per darmi un tono. Ve lo dico come è andata a finire? Non ve lo dico:
Questo per dire che sono anni che voglio trovare il modo di avere a che fare coi libri mentre faccio l’altra mia cosa preferita, che è camminare.
Ed è per questo che ho cominciato a chiamare al telefono gli autori e le autrici che stimo e che in qualche modo hanno attraversato - per lavoro o per delle birrette - la mia traiettoria (e io la loro).
E così è nato Libri selvatici, l’unico modo 100% safe di avere a che fare coi libri passeggiando.
Si ma cos’è Libri selvatici?
Di fatto sono passeggiate letterarie condotte dalla sottoscritta e chiacchierate da chi parteciperà: presentazioni di libri camminate. Durano un’ora, un’ora e mezza. Si cammina e ci si ferma - 5 stazioni in tutto, 5 domande - sui libri e sulle persone che questi libri li hanno concepiti e scritti.
Sarà come leggerli camminando, ma meno pericoloso.
La prima puntata? Eccola:
Raffaele Cataldo è uno scrittore attento, una bella penna e uno sguardo vigile e a tratti inquietante. Non te lo aspetteresti, perché a conoscerlo solo superficialmente - come lo conosco io - sembra un tipo tranquillo… e invece!
Di me non sai (Accento) è il suo primo romanzo, e parla di una storia d’amore tra un giovane uomo e un altro (parecchio meno giovane), con toni diversi da quelli a cui siamo abituati. Racconta di gelosie, di dubbi, di incomprensioni, di paure e del passaggio tra la giovinezza e la vita adulta. Raffaele ha scritto vagonate di racconti, tra gli altri per Narrandom, e due bellissimi articoli per il magazine dove lavoro ilLibraio.it (io aziendalista sempre).
Tra l’altro il libro è morbidissimo, quindi sta bene sotto l’ascella o nel tascapane.
Per me questo è il paradiso. Se esistesse si materializzerebbe così: camminate con gente deliziosa al crepuscolo, parlando di libri.
Ma non sarebbe stupendo esserci il 17 aprile alle 19? Passeggiare con noi, parlare con Raffaele, conoscerlo, confrontarsi - al tramonto, e con la promessa di un aperitivo - con altre lettrici e con altri lettori?
Vi lascio il link per iscrivervi alla passeggiata, mentre più sotto trovate il calendario (in continuo aggiornamento) dei bellissimi incontri di Libri selvatici: è un form di Google, non vi spaventate.
CALENDARIO DI LIBRI SELVATICI
17 aprile, ore 19, Gran Madre: Raffaele Cataldo, Di me non sai (Accento)
23 aprile, ore 19, Parco del Valentino: letture tratte da Ultimi dispacci di vita palestinese in Israele di Sayed Kashua (Neri Pozza)
24 maggio, ore 19, Borgo Rossini: Francesca Manfredi, Il periodo del silenzio (La nave di Teseo)
20 giugno, ore 19, luogo da definirsi e pure la tipologia dell’evento perché le due scrittrici sono fuori come balconi: Ilaria Santambrogio & Marina Gellona ci parlano (ma a quanto pare non solo) di Ai fiori non serve il pettine (Capovolte)
Ci vediamo il 17 aprile?